Frasi sugli scacchi

Frasi e aforismi sugli scacchi

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Frasi sugli scacchi

Negli scacchi, per vincere bisogna uccidere. Nel go, bisogna costruire per vivere.

In quasi tutte le partite di scacchi arriva un momento critico che bisogna saper riconoscere. In un modo o nell'altro il giocatore rischia qualcosa: se il giocatore sa quello che sta facendo, affronta quello che noi chiamiamo un «rischio calcolato».

Credo che gli scacchi siano la cosa che si avvicina di più alle scelte che deve fare un generale davanti a un campo di battaglia.

Negli scacchi, i matti sono quelli che stano più vicini ai re.

Un buon giocatore che abbia perduto agli scacchi, è francamente convinto che la sua perdita sia causata dal proprio errore, e lo cerca nel principio del gioco, ma dimentica che in ogni mossa, durante tutto il gioco, vi sono stati simili errori, che non una sola mossa era perfetta. L'errore sul quale concentra l'attenzione, lo nota solamente perché l'avversario ne ha approfittato.

La matematica degli scacchi è molto interessante, perché dopo 4 mosse da entrambe le parti le possibilità si contano già a miliardi. È il gioco da tavolo per eccellenza. In qualche rara occasione si intravede una combinazione che un grande maestro coglierebbe a prima vista, e improvvisamente la scacchiera sembra tremendamente ricca – sembra che brulichi di possibilità. E tutti i grandi giocatori sono animati dalla volontà di combattere: hanno tutti l'istinto del killer.

Vimes non aveva mai apprezzato nessun gioco più complesso delle freccette. In particolare, gli scacchi l'avevano sempre infastidito. Era lo stupido modo in cui i pedoni partivano e si massacravano con i pedoni opposti, mentre i re se ne stavano a passeggiare senza fare niente, che gli aveva sempre dato sui nervi; se solo i pedoni si fossero alleati, e magari si fossero coalizzati con le torri, l'intera scacchiera sarebbe potuta diventare una repubblica in una dozzina di mosse.

Nella vita le cose passano come nel giuoco degli scacchi; noi ci facciamo un piano: questo però rimane subordinato a quanto piacerà fare nella partita all'avversario, e nella vita al destino.

E perché, come ho detto, il gioco fu ritrovato in Aulide prima della Guerra Troiana, non riceviamo quelle ragioni, che altri adducono, che Palamede per la Donna del gioco habbia voluto intendere Panthesilea, per la squadra nera il campo di Mennone, per lo Cavallo degli Scacchi il Cavallo di Troia, e molte altre considerationi, le quali si fondano dal progresso, e dal compimento della Guerra Troiana, percioché ripugnano alla verità della historia.

Potevo pensare solo agli scacchi, solo in termini di mosse di scacchi, problemi di scacchi; qualche volta mi svegliavo con la fronte madida e capivo d'aver inconsciamente continuato a giocare anche nel sonno, e quando sognavo esseri umani, me li raffiguravo soltanto nei movimenti dell'Alfiere, della Torre, nell'avanti e indietro della mossa del Cavallo.

Non riuscii ad entrare nella squadra di scacchi a causa della mia statura.

Gli scacchi sono assolutamente e in modo enfatico il gioco del filosofo.

Gli scacchi sono uno sport. Uno sport violento che comporta connotazioni artistiche negli schemi geometrici e nelle variazioni della disposizione dei pezzi, così come nelle combinazioni, nella tattica, nella strategia e nella posizione. È un'esperienza triste, però, qualcosa di simile all'arte religiosa.

Gli scacchi, come l'amore e la musica, hanno il potere di rendere gli uomini felici.

Un pezzo disposto male rovina l'intera posizione.