Frasi sugli scacchi

Frasi e aforismi sugli scacchi

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Frasi sugli scacchi

Nella vita accade come nel gioco degli scacchi: noi abbozziamo un piano, ma esso è condizionato da ciò che si compiacerà di fare nel gioco degli scacchi l'avversario, nella vita il destino.

Negli scacchi c'è tutto: amore, odio, desiderio di sopraffazione, la violenza dell'intelligenza che è la più tagliente, l'annientamento dell'avversario senza proibizioni. Poterlo finire quando è già caduto, senza pietà, qualcosa di molto simile a quello che nella morale si chiama omicidio.

Gli scacchi somigliano alla pallacanestro: i giocatori si passano la palla finché non trovano un varco, proprio come negli scacchi, proprio come in un attacco che porta al matto.

Tutti concordano nel sostenere che negli scacchi si sublima una mescolanza di impulsi omosessuali e aggressivi.

Anche la partita a scacchi non finisce con una vincita o con una perdita. Finisce quando i pezzi bianchi e quelli neri vengono tolti dalla scacchiera e rimessi nella scatola. Rimane allora qualcosa di diverso dalla vittoria o dalla sconfitta – rimane il ricordo di una trama che è stata tessuta, di una melodia che è stata suonata.

Di due attività che gli siano state insegnate, l'uomo generalmente preferisce la più difficile: nessun giocatore di scacchi gioca a dama.

Il gioco degli scacchi è un gioco violento, forse il più violento tra gli sport – anche se io non riesco a considerarlo uno sport quanto piuttosto un modo di stare al mondo. Si può vivere con gli scacchi e si può vivere senza gli scacchi: sono due distinte categorie di persone, non ce n'è una terza.

Normalmente la commistione tra scacchi e politica va a finire male. Il significato di essere campione del mondo, re degli scacchi, è quello di rinforzare la piramide mondiale scacchistica, un regno che non ha frontiere. Unire gente di varie confessioni, varie fedi, culture, etnie.

Le più alte facoltà della riflessione sono utilizzate più intensamente e con maggior profitto dal modesto gioco della dama che da tutta l'elaborata futilità degli scacchi.

Uno scacchista non può che giocare d'intelligenza, di strategia, di lealtà. Non ci sono scacchi se non c'è libertà.

Negli scacchi medioevali la regina non era un pezzo molto potente: si muoveva solo di una casella, in diagonale, a ogni mossa. La sua sorella moderna, al contrario, è il pezzo più forte della scacchiera. A parte questo, il gioco degli scacchi è cambiato pochissimo dal Medioevo in poi, e ancora meno è cambiata la formidabile logica matematica alla base delle possibili mosse. Questo gioco sedentario, cerebrale, ha sempre suscitato emozioni e passioni.

Però quando ho iniziato a fare l'allenatore, ho capito che gli scacchi mi sarebbero potuti essere utili. […] Perché hai bisogno di una strategia, devi sempre cercare di essere una mossa avanti all'avversario. Ti serve ragionare sul gioco delle mosse e contromosse, tentare di portare l'avversario fuori strada. Preparare un attacco e un po' come preparare una partita. L'unica differenza è che in mano hai dei pezzi, e non delle persone. Da questo punto di vista, il mestiere di allenatore è ancora più difficile.

Se tutti i giochi sono in qualche misura surrogati della violenza e dei conflitti, nessuno più degli scacchi assomiglia a una battaglia studiata a tavolino. Due eserciti contrapposti sono allineati per marciare all'attacco: i pedoni in prima linea, e gli ufficiali alla retroguardia. Ogni scacchiera mostra una società in guerra; che questa società sia in India, in Medio Oriente o in Europa, i nomi dei pezzie le figure rappresentate ci dicono parecchio sul suo funzionamento.

Il Go sta agli scacchi come la filosofia sta alla contabilità della partita doppia.

Gli scacchi richiedono una strategia trasparente: io so quello che hai tu e tu sai quello che ho io; non so quello che stai pensando, ma almeno so quali sono le tue risorse.